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lunedì 29 febbraio 2016

Sei fisici parlano della ciarlataneria quantistica

«Cre­do di po­ter di­re con si­cu­rez­za che nes­su­no ca­pi­sce la mec­ca­ni­ca quan­ti­sti­ca»: lo af­fer­ma­va Ri­chard Feyn­man, pre­mio No­bel per la fi­si­ca e pa­dre del­l'elet­tro­di­na­mi­ca quan­ti­sti­ca (QED), una del­le men­ti più bril­lan­ti del XX se­co­lo; e quan­do scri­ve­va nes­su­no in­ten­de­va pro­prio nes­su­no, lui com­pre­so. Ag­giun­ge­va in­fat­ti che «chi­un­que af­fer­ma di ca­pi­re la teo­ria dei quan­ti men­te op­pu­re è paz­zo». Feynman ammetteva candidamente che la meccanica quantistica (MQ d'ora in poi) è del tutto incomprensibile: sappiamo come funziona ma non perché funziona. Abbiamo le sue formule che danno conto di tutti i fenomeni legati all'elettromagnetismo, della chimica, delle reazioni nucleari ma del perché le cose funzionino così non ne abbiamo idea.
Eppure al giorno d'oggi molti dicono di averla capita, la MQ. Ci sono decine e decine di libri newage che ne parlano, che spiegano come curarsi con essa, di come rigenerare le proprie energie, di come entrare in contatto con l'universo. Non c'è una sola formula, li hanno scritti dei non fisici, ma vi spiegano la MQ come se si trattasse della cosa più naturale del mondo. E dopo averli letti, siete convinti di averla capita. Che Feynman fosse stupido?

Diciamola tutta: se un fuffaro oggi non cita la MQ non è credibile, non è nessuno. Non c'è praticamente nessun sedicente indagatore dell'occulto, cultore delle scienze “alternative” (ossia delle pseudo-scienze), ricercatore del paranormale (spesso lo scrivono in maiuscolo a sottintendere che loro sarebbero quelli veri, mica come quegli sfigati che che si fanno inutilmente il mazzo per anni e anni all'università), sensitivo che parla con le entità di dimensioni parallele - insomma gente che non accetta certo di venir messa a tacere da cose banali come i fatti o le spiegazioni degli esperti delle materie di cui starnazzano senza alcun titolo -; non c'è nessuno di costoro, dicevo, che non infarcisca i suoi discorsi infilandovi l'aggettivo quantico o quantistico, coniando espressioni tanto evocative quanto vuote tipo: coscienza quantica, olismo quantistico (quantismo olistico?), guarigione quantica, percezione quantistica, salto quantico, pensiero quantistico, aura quantica, (ri)equilibrio quantistico, mente quantica, cervello quantico, ecc.

Non solo, ma si usa la MQ per sostenere la credibilità di pratiche, credenze e discipline senza alcun fondamento scientifico come omeopatia, chakra, feng shui, cristalloterapia, fiori di Bach, pranoterapia, riflessologia, ecc. Avete qualcosa che implichi un'azione a distanza o una connessione che non potete provare in alcun modo? Basta dire le parole magiche “meccanica quantistica” (e magari “vibrazioni”) ed il gioco è fatto.

«Quant(ich)e cazzate…» potrebbe dire uno scettico scientista cicappino arrogante e dalla mente chiusa… Sentiamo allora cosa ne pensano alcuni dei più importanti fisici quantistici.

Quella che segue è la mia traduzione dell'articolo “6 fisici parlano della ciarlataneria quantistica” di Bo Gardiner, una blogger che ha avuto un percorso di vita davvero particolare: da fuffara convinta (che non se n'è fatta mancare una!) a umanista, femminista, ambientalista, scettica e divulgatrice scientifica.

Ecco dunque il mio adattamento del suo articolo…

martedì 22 aprile 2014

Che fine hanno fatto gli elfi?

Gli americani ci fregano con la lingua
“Album Concerto” è uno stupendo disco del 1979 dove i Nomadi nella prima formazione e Francesco Guccini cantano e suonano delle canzoni una più bella dell'altra. Nell'introduzione di Statale 17 Guccini spiega che “gli americani ci fregano con la lingua”. Un conto è dire “Quella sera partimmo John, Dean e io sulla vecchia Pontiac del ’55 del babbo di Dean e facemmo tutta una tirata da Omaha a Tucson”. Un altro è togliere i riferimenti americani e dire “quella sera partimmo sulla vecchia millecento del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a Sant’Anna Pelago"... Non è la stessa cosa.

Qualcosa di molto simile capita oggi quando si accenna a temi legati al paranormale. “Ho sentito un rumore, mi son girato e c'era uno gnomo” oggi suonerebbe ridicolo; “ho avvertito come una vibrazione e mi è apparsa un'entità di luce” invece è affascinante, al limite del verosimile: suona quasi credibile anche a me!

I fantasmi, gli elfi, gli gnomi, gli unicorni, i draghi che popolavano le leggende e le storie popolari dei secoli scorsi (e che ancora sopravvivono in alcune culture) oggi non vanno più di moda. Sanno di vecchio, di puerile e sono stati sostituiti dalle presenze, dalle manifestazioni di esseri che vivono magari in altre dimensioni o altri livelli di realtà, dalle entità di luce, dai varchi dimensionali, dalle vibrazioni, dalle auree di energia, dagli UFO, ecc.

“Cosa c'è di male?” verrebbe da dire. In fondo ogni epoca cerca di definire l'ignoto coi termini che le sono propri. C'è di male che, come nel racconto di Guccini, i fuffari ci fregano con la lingua; e c'è di peggio che non si limitano al paranormale ma penetrano con mezzi simili nella sfera personale, nei bisogni psicologici delle persone, nelle questioni riguardanti la loro salute. Il fine? Spesso quello più banale: i soldi.