martedì 12 aprile 2011

Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini

Jurij Alekseevič Gagarin (9/3/1934 - 27/3/1968)
Il 12 aprile 1961, proprio cinquant'anni fa, un uomo pronunciò una frase entrata nella storia.

«Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini»: questa era la frase; e quell'uomo era il ventisettenne pilota collaudatore sovietico Jurij Alekseevič Gagarin.

Mai nessuno prima di lui aveva potuto pronunciarla. Nessuno aveva mai volato così in alto. Nessuno era mai stato dov'era lui in quel momento. Era a bordo della Vostok 1 (Oriente 1), ad oltre 300 km di quota, in orbita intorno al nostro pianeta. Era il primo uomo nello spazio, il primo navigatore del cosmo, e nessuno aveva mai visto la Terra da dove la stava guardando lui.

Il mondo sbigottito, scioccato, incredulo per quella impresa immensa, da allora non sarebbe stato più lo stesso.
Il decollo del Vostok 1
Ricordando Gagarin e il 50º anniversario della conquista del cosmo celebriamo la parte migliore dell'uomo: il suo coraggio, il suo cuore, il suo spirito di sacrificio, la sua intelligenza. Penso che in questi giorni ce ne sia bisogno.
La Terra vista dallo spazio



Approfondimenti:

venerdì 8 aprile 2011

Risolto il mistero del Pioneer?

Ecco tradotto un articolo di New Scientist sulla misteriosa "anomalia dei Pioneer".

La famosa targa sul Pioneer 10
Una spiegazione ordinaria per la bizzarra anomalia dei Pioneer?

Cattive notizie per chi prevedeva una spiegazione esotica alla bizzarra "anomalia del Pioneer"!

Le ultime analisi suggeriscono che la misteriosa deviazione nella rotta delle due sonde gemelle della NASA, i Pioneer, potrebbe essere dovuta a un non uniforme irraggiamento del calore nello spazio.

Lanciate negli anni 1970, i veicoli spaziali Pioneer 10 e 11 stanno uscendo dal Sistema Solare a velocità di crociera da due diverse direzioni. Come previsto, stanno rallentando a causa dell'attrazione gravitazionale del Sole. Tuttavia, la decelerazione è di 8,7×10-10 metri al secondo più forte di quanto previsto. Potrebbe sembrare un'inezia, ma questo scarto ha dato la stura ad ogni tipo di ipotesi, dall'energia oscura fino a cambiamenti nelle costanti fisiche o alla legge di gravità [oltre che la solita sequela di baggianate su Nibiru, Pianeta X, buchi neri e UFO, n.d.t. ] ...

mercoledì 6 aprile 2011

Perchè non voglio il nucleare

Uno dei reattori distrutti a Fukushima
Potrei dire che non voglio il nucleare perché ci sono state Chernobyl e Fukushima, ma non lo dico. Non è questo il punto e probabilmente in questi termini la questione sarebbe malposta.

Io non voglio il nucleare:
  • perché l'Italia non ha uranio e lo dovrebbe comprare, esattamente come compra il petrolio;
  • perché in Italia si possono fare l'eolico, il geotermico, il solare, il biogas, i biocarburanti; e perché investire nella ricerca, nelle energie alternative e nel risparmio energetico creerebbe un ciclo virtuoso di sviluppo;
  • perché in Italia le scorie nucleari di prima del 1987 sono ancora nei depositi temporanei;
  • perché in Italia la maggior parte del terriorio è a rischio sismico o idro-geologico;
  • perché in Italia franano le montagne e le colline diventano fiumi di fango, travolgendo case e persone;
  • perché in Italia ci sono imprenditori che festeggiano i terremoti;
  • perché in Italia coi terremoti crollano edifici venduti come antisismici;
  • perché in Italia, per risparmiare, c'è chi compra cemento fatto con materiali scadenti;
  • perché l'Italia è uno dei paesi più corrotti d'Europa;
  • perché in Italia non riusciamo a impedire le discariche abusive, lo scarico in mare dei veleni, l'inquinamento delle falde acquifere;
  • perché in Italia ci sono costruttori che assumono muratori in nero;
  • perché in Italia ci sono le mafie che dicono agli imprenditori da chi si devono rifornire;
  • perché in Italia chi è disonesto e costruisce illegalmente o evade il fisco portando capitali illegali all'estero è premiato con condoni e scudi fiscali;
  • perché in Italia chi fa il furbo viene considerato più intelligente e capace;
  • perché in Italia gli appalti sono concessi ad amici, parenti o in cambio di "massaggi particolari" nei centri benessere;
  • perché in Italia le grandi opere vengono realizzate spendendo 20 volte più di quanto preventivato;
  • perché è da quando sono nato che la Salerno-Reggio Calabria è quasi finita;
  • perché in Italia i rappresentanti del popolo sono spesso scelti per avvenenza fisica o perché capaci di garantire voti e non per competenza, integrità o merito;
  • perché in Italia il conflitto di interessi tra banche, imprese e finanza è tale che controllati e controllori sono le stesse persone;
  • perché i partiti che sono al governo in Italia dicono sì al nucleare, ma gli stessi partiti, quando sono al governo nelle regioni, non vogliono centrali nucleari a "casa loro";
  • ma soprattutto, perché in Italia ci sono persone pronte ad acclamare come uomo della provvidenza chi promette quanto sarebbe suo dovere e loro diritto, spacciandolo per propria concessione personale o regalo.
Per tutto questo e per altro ancora, non voglio il nucleare.

Domenica 12 e lunedì 13 giugno si vota tre volte SÌ per dire NO.
  1. vota per dire no al nucleare;
  2. vota per dire no alla privatizzazione dell'acqua;
  3. vota per dire no al legittimo impedimento;

Ricordatevi che dovrete pubblicizzarlo voi il referendum, perché non faranno passare gli spot ne' in RAI ne' su Mediaset.

Ricordatevi che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. È cioè necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.

Se il referendum non sarà pubblicizzato in TV, i cittadini non sapranno nemmeno che ci saranno dei referenda da votare il 12 giugno. Quindi i cittadini, non andranno a votare e il quorum non sarà raggiunto. Vuoi che le cose non vadano a finire cosi?

Pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.

Passaparola!

martedì 5 aprile 2011

Pianeti rocciosi e lune

Le dimensioni relative dei corpi celesti sono tanto misconosciute quanto le distanze astronomiche.

Per esempio, molti si meravigliano scoprendo che la nostra Luna è parecchio più grande di Plutone; e che anche Mercurio è più piccolo di alcune lune del sistema solare.

Nell'immagine che segue ho messo a confronto le dimensioni dei maggiori corpi rocciosi conosciuti del Sistema Solare. Si tratta dei pianeti rocciosi, di quelli nani e di alcuni satelliti naturali di pianeti del sistema solare...

domenica 3 aprile 2011

Un pallido puntino blu

Pale Blue Dot
Il 14 febbraio del 1990 la sonda Voyager 1, lanciata il 5 settembre del 1977, aveva superato l'orbita di Plutone e a sei miliardi di km dalla Terra si accingeva a lasciare il sistema solare.

Carl Sagan aveva suggerito alla NASA di scattare delle foto ai pianeti del sistema solare da quella posizione così privilegiata, una specie di album di famiglia.

Una di queste foto (cliccate sul particolare qui a fianco per vederla intera) diventò famosa col nome di "Pale Blue Dot" (pallido punto blu).

La fascia chiara quasi verticale è un riflesso del Sole sulle ottiche della macchina fotografica. Quel pallido, insignificante puntino blu al centro della foto è la Terra.

Vedendo la Terra così, un puntino blu in mezzo all'oscurità, Sagan fece le seguenti considerazioni, di straordinaria sensibilità e drammatica attualità...

sabato 2 aprile 2011

Tyche, signora delle comete; Nemesis, signora della distruzione; e Nibiru, signore dei creduloni

Giove potrebbe non essere il più grande pianeta del Sistema Solare
Nel novembre dello scorso anno la rivista scientifica Icarus ha pubblicato uno studio [1] degli astrofisici John Matese e Daniel Whitmire che hanno proposto l'esistenza di un nuovo pianeta addirittura più grande di Giove all'estrema periferia del sistema Solare, dentro la nube di Oort.

Questo gigante lontanissimo ogni tanto scaglierebbe verso l'interno del sistema solare qualche cometa dall'immensa riserva di palle di neve sporca che costituisce la nube di Oort.

L'autorevole annuncio viene 30 anni dopo la congettura scientifica di Nemesis e qualche anno dopo la baggianata pseudoscientifica di Nibiru: c'è da crederci?