martedì 13 luglio 2010

Rapimenti alieni: realtà? (parte 1ª)

Esistono davvero i rapimenti alieni?Uno dei temi più controversi quando si parla di ufologia sono i cosiddetti rapimenti alieni (alien abductions in inglese).

Ci sono diverse persone che affermano di essere state rapite, in genere durante il sonno, da esseri alieni. I ricordi di questi rapimenti sono frammentari e spesso confusi ma, se lo scenario può variare, alcuni elementi sono comuni alla maggior parte delle testimonianze: più o meno tutti i "rapiti" (abductee) hanno immagini di se stessi legati a un tavolo dove vengono esaminati da alieni (in genere verdi o grigi e con enormi occhi a mandorla). Di rapimenti alieni si comincia a parlare negli anni '50 del secolo scorso (pochi anni dopo che, nel 1947, si cominciò a parlare di UFO come di astronavi aliene venute dagli spazi siderali per studiare noi e il nostro pianeta) anche se in letteratura esiste qualche traccia di racconti simili, dove gli alieni sono sostituiti da esseri con fattezze compatibili col linguaggio e la cultura popolare dell'epoca. Tra i miti e le leggende di molti popoli sono descritte entità che ogni tanto disturbano il sonno dei malcapitati gravando sul loro petto.

Dunque la tesi è che «degli alieni sono venuti da distanze siderali per rapirmi durante il sonno, stendermi su un tavolo operatorio, studiarmi, umiliarmi e poi rimettermi nel mio letto. E lo hanno fatto più volte, senza lasciare nessuna prova fisica e senza che nessun altro se ne accorga»... Una questione posta in questi termini non può che polarizzare le opinioni: è difficile accettare razionalmente un'ipotesi tanto estrema da destare facili ilarità; d'altra parte i siti e i forum ufologici, i tanti ragazzini pieni di fantasia che li frequentano e gli onnipresenti venditori di fuffa non fanno molto per affrontare la cosa da un punto di vista razionalmente accettabile.

Il fatto è che un terreno su cui confrontarsi esiste. Secondo tutti gli psicologi che hanno affrontato la questione, quale che sia la loro idea sulla realtà delle esperienze raccontate, chi sostiene di essere stato rapito (d'ora in poi i "rapiti") è spesso sincero. I suoi ricordi gli dicono che ha subito un'esperienza traumatica e spesso umiliante; e gli suggeriscono immagini di esseri che volano o si spostano intorno ad un letto dove egli si trova immobilizzato.

Una persona che, se non altro, ha avuto il merito di aver portato la questione sotto gli occhi della scienza è stato John Mack, professore presso la prestigiosa Harvard Medical School, insignito del premio Pulitzer (per una biografia psicologica su Lawrence d'Arabia) ma soprattutto discusso, contestatato, amato autore di libri che sono diventati ben presto dei best seller tra i cultori del fenomeno UFO e paladino dei diritti e della dignità dei "rapiti" dagli alieni.

John Mack è morto nel 2004. L'articolo di Kaja Perina che ho tradotto e integrato qui di seguito (qui l'originale) è stato pubblicato nel marzo del 2003 su Psychology Today. Prende spunto da un'intervista al professor Mack e a suoi due colleghi per fare il punto - ammesso che sia possibile - su una questione così controversa...

Rapimenti alieni: qual'è la realtà?
(Kaja Perina, Psychology Today, 1/3/2003)

Abducted...Quelli che credono di essere stati rapiti dagli alieni si sono sempre collocati nelle frange più estreme della scienza, e la recente affermazione da parte della setta ufologica dei Raeliani di aver clonato un essere umano non riesce a portare i "rapiti" nel giro.

Rael, il leader della setta, sostiene che degli alieni con gli occhi a mandorla l'avrebbero strappato da un vulcano e portato in udienza con Gesù, Budda e Maometto. Ciascuno di loro gli averbbe confermato che gli umani discendono dagli extraterrestri. Per la setta di Scientology fondata da Ron Hubbard, gli esseri umani sarebbero alieni reincarnati.

Ma per ogni Rael o Ron ci sono centinaia di persone comuni che affermano di essere state rapite dagli alieni. Queste persone non sono dei guru. Combattono da soli con memorie di messaggi incomprensibili, paralisi temporanee e creature umanoidi sospese sui loro letti. Non sempre le loro storie convincono, ma le loro menti sì: i test psicologici confermano che i "rapiti" sono solo raramente psicotici o malati di mente. Secondo un recente sondaggio circa 3 milioni di americani credono di avere incontrato luci brillanti e di portare addosso strani segni corporali che potrebbero indicare un possibile incontro con gli alieni.

È un dilemma che polarizza i ricercatori dell'università di Harvard. Da una parte un battagliero psichiatra arroccato nelle proprie posizioni, John Mack (M. D.), sostiene che queste esperienze non possono essere comprese dalla tradizione scientifica razionalista occidentale. Dall'altra i ricercatori del dipartimento di psicologia, Richard McNally e Susan Clancy (Ph. D.), ribattono che la spiegazione, per quanto abbia molte sfaccettature, è quasi ilare nella sua semplicità.

Mack, della Harvard Medical School, è un paladino di lunga data dei "rapiti" dagli alieni e una specie di re dei filosofi del paranormale. Il suo bestseller del 1994 "Abduction: Human Encounters With Aliens" (stampato in Italia nel 1995 col titolo "Rapiti! Incontri con gli alieni") attirò l'attenzione internazionale con la tesi che i soggetti da lui interrogati che avevano avuto di queste esperienze erano stati probabilmente rapiti dagli alieni.

Più di recente, McNally e la Clancy hanno portato i rapimenti alieni in laboratorio per studiare i traumi e le memorie recuperate in un ambiente controllato. Sono convinti che le scoperte che hanno fatto possano spiegare l'intera esperienza del "rapimento", compreso il rifiuto dei "rapiti" di accettare che i loro trascendenti incontri in technicolor con gli alieni non sono altro che fuochi di paglia nel cervello.

Gli scontri ideologici che ci sono stati ad Harvard sull'interpretazione delle esperienze anomale risalgono al mandato di William James di circa un secolo fa presso l'ateneo. Sia Mack che James hanno studiato psicologia dopo una formazione in medicina e hanno provato a riempire il vuoto tra psicologia e spiritualità, solo per subire un rifiuto dal potere costituito di Harvard. Per James questo culminò con "La varietà dell'esperienza religiosa", un lavoro in cui viene rifiutato uno standard di prove rigoroso per le esperienze divine. «Ci sono una letteratura clinica e una sperimentale, ed esse non fanno riferimento l'un l'altra», afferma Eugene Taylor (Ph.D.), un biografo di James e uno storico che tiene lezioni di psicologia alla Harvard Medical School. Mack è un clinico che fa osservazioni sull'esperienza umana, in opposizione agli scienziati cognitivo-comportamentali che dicono che ciò che non può essere misurato in laboratorio non esiste. Quando viene gente che crede di essere stata rapita da alieni venuti dallo spazio le due fazioni concordano solo su una cosa: "queste persone non sono quasi mai degli psicotici", dice McNally. «Non stanno mentendo. Ma Mack propone una serie di spiegazioni che sono - a esser generosi - forzate».

Presenze nel buioWill Bueche, un regista radio-televisivo di 34 anni, ha avuto per molto tempo delle paralisi e visioni notturne che "non si spiegano e sembrano fuori posto". Per anni le aveva considerate semplici suggestioni, finché non cominciò a vedere creature anche da sveglio. Alcuni "rapiti" hanno incontri molto più traumatici. Peter Faust, un agopunturista quarantacinquenne, crede di aver subito anni di esplorazioni sessuali da parte di creature incappucciate che gli avrebbero inserito dei microchip nell'ano stimolandolo all'eiaculazione. Dopo otto regressioni ipnotiche con Mack e una serie di test psicologici nei primi anni '90, Faust ha concluso di essere stato soggiogato da una femmina di ibrido umano-alieno con cui avrebbe generato una numerosa discendenza.

La narrazione dei rapimenti è per se stessa uno strano ibrido: umilianti violazioni chirurgiche mitigate da una consapevolezza cosmica. Chi ha sperimentato questi fenomeni cammina attraverso finestre e muri e tunnel spazio-temporali per raggiungere il lettino chirurgico dell'astronave, dove vengono estratti  gli ovuli di giovani donne e viene raccolto tramite sifoni lo sperma degli uomini.

Nonostante si sveglino feriti e violati, i rapiti dicono che il loro amore per le creature del campo alieno può superare ogni vincolo umano e generare un senso di unità oceanica con l'universo che può rivaleggiare con quella di chi medita nel campo umano. Faust dice di aver «realizzato che non siamo soli nell'universo. La fuori ci sono esseri che si interessano di noi. Ma arrivare a questo punto è un lungo, difficile viaggio, pieno di gente che vuole negare la tua esperienza».

Spiegazioni legate alla personalità per cui persone senza psicopatologie manifeste riferiscono di incontri con gli alieni hanno proliferato rapidamente tra i film di successo sugli extraterrestri.  Lo psicologo Roy Baumeister (Ph.D.) della Case Western Reserve University sostiene che i rapporti di rapimenti potrebbero essere fatti da "masochisti" che inconsciamente vorrebbero rinunciare al controllo sulla propria vita. La perdita di controllo è manifesta negli umilianti incontri con un razza aliena. Dobbiamo riconoscere che c'è un eccesso di elaborazione sessuale nei rapporti dei rapimenti; in uno studio fatto sui "rapiti", l'80% delle donne e il 50% degli uomini ha raccontato di essere stata esaminata nuda su un tavolo da esseri umanoidi. Infatti, molti "rapiti" incolpano gli alieni di disfunzioni sessuali e disturbi emozionali.


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